Belfagor non sopportava le lacrime. Come tutti i mostri dell’anima, ero convinto di agire per il mio bene. Non poteva darmi amore, ma poteva impedire al mondo al mondo di darmi dolore: sarebbe bastato non lasciarlo entrare. Detestava la verità e la sua missione era indicarmi una via di fuga dalle situazioni che contemplavano la possibilità di una sofferenza.
«Non è un alibi. Se io…»
«I se
sono il marchio dei falliti! Nella vita si diventa grandi nonostante»
Ero finalmente qualcuno.
Il sogno di scrivere si era materializzato in
forma imprevedibile, quando avevo creduto di non desiderarlo più. Se un sogno è
il tuo sogno, quello per cui sei venuto al mondo, puoi passare la vita a
nasconderlo dietro una nuvola di scetticismo, ma non riuscirai mai a
liberartene. Continuerà a mandarti dei segnali disperati, come la noia e
l’assenza di entusiasmo, confidando nella tua ribellione.
Preferiamo ignorarla, la verità. Per non
soffrire. Per non guarire. Perché altrimenti diventeremmo quello che abbiamo
paura di essere: completamente vivi.
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