… tutto serve a ricordare che la bellezza non
la si può possedere, perché nel momento stesso in cui te ne innamori, è già
svanita.
Sa quanto sia facile non essere scoperto (non
è la stessa cosa che nascondersi). Crede che sia perché, la maggior parte delle
volte, le persone non vogliono sapere. La verità, il segreto, la vita nascosta
che uno conduce. L’ignoranza è felicità, la vita è sofferenza.
E curiosamente dalla doppiezza della sua vita,
dalle menzogne che confondono realtà e finzione, emerge un’esistenza piena di
fiducia.
C’è qualcosa del voyeur in Elodie, a questo
proposito. E a quel tratto ne seguiva da presso un altro, legato al primo:
aveva la tendenza a fare in modo che le emozioni l’attraversassero velocemente,
come se, nel mezzo di qualsiasi cosa, una piccola parte di sé rimanesse sullo
sfondo a osservare l’azione. Era come se, annientata dal dolore, stesse
pensando: allora è così che si sente.
Non sapeva se questa tendenza fosse inscritta
nel suo patrimonio genetico o se l’avesse sviluppata come un modo per stare
lontano dall’infelicità che poteva procurarle la sua vita.
Nessun commento:
Posta un commento