…
insomma un’adulta a tutti gli effetti, che però si comportava ancora come una
bambina, sempre attenta a chiedere il permesso prima di fare qualcosa.
Si disperò? Si rimproverò in silenzio per
essersi messo in quella situazione? Oppure si rese finalmente conto di cosa
significhi essere me, essere un cane? Capì forse, mentre quei minuti
interminabili scorrevano, che essere sole non equivale a sentirsi soli? Che
essere soli è uno stato neutro, come quello di un pesce cieco sul fondo
dell’oceano: privo di occhi e, quindi, privo di capacità di giudizio. È
possibile? Quello che mi circonda non influenza il mio stato d’animo, ma è il
mio stato d’animo a influenzare quello che mi circonda.
Come fa presto.
Come fa presto a passare un anno, nient’altro
che un boccone di cibo strappato alle fauci dell’eternità.
Come fa presto.
All’improvviso capii. La zebra. Non è qualcosa
al di fuori di noi. La zebra è qualcosa dentro
di noi. Le nostre paure. La nostra tendenza all’autodistruzione. La zebra è la
parte peggiore di noi, quando affrontiamo i nostri momenti più cupi. Il demone
siamo noi!
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